PSICOLOGIA: UN AIUTO CONTRO IL CANCRO
Una
terapia psicologica
potrebbe essere di grande
aiuto
se non riuscite a gestire o accettare la spiacevole notizia che avete un
cancro
.
In
molti
ospedali,
tramite
il
servizio
sanitario
nazionale,
c’è
la
possibilità
di
essere
seguite
da
una
psiconcologa
,
una
psicologa
specializzata
per
elaborare
e
affrontare
la
nefasta
comunicazione
di
un
tumore
.
Personalmente
ho
scelto
un
percorso
privato
perchè
la
mia
vita
era
già
costellata
di
altri
problemi
che
si
sono
intrecciati
tra
loro
e
perchè
passavo
così
tanto
tempo
in
ospedale,
tra
visite
e
controlli,
che
avevo
bisogno
di
un
altro
ambiente
che
non
mi
procurasse
ulteriore ansia.
Quel che ho imparato, e sto imparando, è che qualsiasi
dramma, trauma o malattia
voi stiate attraversando, dovete tenere conto di questi fattori:
1. IL VOSTRO CARATTERE:
cercate
di capire chi siete veramente e comportatevi di conseguenza.
2. I VOSTRI PENSIERI:
analizzateli e capitene l’origine. Siete veramente pessimisti o è solo quel che vi hanno fatto vedere fino ad adesso?
3. COME VI SENTITE NEI CONFRONTI DEL MONDO:
vi sentite in pace o perennemente in lotta con tutto e tutti?
4.
LA
VOSTRA
FAMIGLIA
potrebbe
non
avervi
fornito
gli
strumenti
adeguati
per
vivere
bene
e
avere
un
corretto
equilibrio
per
affrontare
i
problemi
nel
modo
giusto.
Se
avete
un
carattere
positivo,
partite
da
una
situazione
emotivamente
stabile
e
non
avete
situazioni
emozionali
irrisolte,
avrete
sicuramente
un
piccolo
vantaggio
e
la
terapia
potrà
sostenervi
temporaneamente.
Difficilmente,
però,
si
supera
completamente
questo
tipo
di
trauma.
Si
accetta,
si
convive
e
si
vive
bene,
si
tornerà
a
ridere,
a
lavorare,
a
uscire,
a
fare
attività
fisica,
ma
dentro
di
voi
sarete
cambiate.
Sia
fisicamente,
sia
emotivamente.
Accettatelo
perchè
è
l’unica cosa da fare per vivere in armonia.
Se
partite
emozionalmente
da
una
situazione
di
ansia,
depressione
e
tendete
a
isolarvi
piuttosto
che
condividere
e
stare
in
compagnia,
la
terapia
per
supportare
il
cancro
come
singolo
evento
potrebbe
non
bastare.
Affidatevi
a
un
buon
terapeuta
in
base
alle
vostre
esigenze:
ascoltate
quello
di
cui
avete
bisogno.
Avrete
più
forza,
più
energia
e
l’obiettivo
di
guarire.
Avrete
momenti
di
paura,
di
mancanza
di
energia,
e
di
stanchezza
emotiva.
Durante
e
dopo
la
malattia
e
le
terapie.
Trovare
il
giusto
equilibrio
sarà
un
percorso
lungo,
ma
non
dovete
avere
fretta.
Ognuno
di
noi
ha
i
suoi
tempi
di
ripresa.
Il
cancro
vi
dà
la
possibilità
di
ascoltare
il
vostro
corpo
e
le
vostre
esigenze.
Osservate
la
vostra
vita
e
cambiate
quel
che
volete
cambiare:
il
tempo
è
prezioso
e
deve
essere
speso per fare quello che ci fa stare bene.
PSICOLOGIA: SCEGLIERE LA TERAPIA ADATTA
Il
terapista e la terapia
che sceglierete per continuare
la vita durante e dopo il cancro
sarà di fondamentale importanza.
Ma
come scegliere la terapia
più adatta?
Nel
mio
caso,
un
po’
per
fortuna,
un
po’
per
coincidenza,
avendo
un’
amica
psicologa
mi
sono
rivolta
a
lei
per
un
consiglio
in
base
alle
mie
specifiche
esigenze
del momento. Sapevo di cosa avevo bisogno: qualcuno che mi accompagnasse, attraverso un lavoro guidato, nelle mie mancanze, paure e debolezze.
Lei mi propose una rosa di colleghi che avrebbero potuto aiutarmi.
Ma ci sono altri aspetti da tenere in considerazione, appena iniziate una
terapia con uno psicologo
:
•
Dovete
trovarvi a vostro agio
: non dovete sentirvi criticati o giudicati per i vostri pensieri e le vostre azioni
•
Lo
psicologo deve essere chiaro e competente
: vi chiederà di collaborare insieme e vi spiegherà il tipo di lavoro che farete
•
Il terapista riuscirà a capire il vostro malessere e lo trasformerà grazie al vostro aiuto
•
Ci sarà un sano
distacco professionale
: il terapista non è vostro amico
•
Se vi sembra oscuro, ambiguo, seduttivo o vi propone incontri esterni dalle vostre sedute terapeutiche, scappate.
•
Non deve condizionare la vostra vita
e le vostre scelte
PSICOLOGIA: QUANDO IL CANCRO TI CAMBIA
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METODO GESTALT
LA CONSAPEVOLEZZA DELLA PROPRIA FORMA ATTRAVERSO
ESPERIENZE PASSATE E PRESENTI
La terapia della Gestalt ha come obiettivo il mantenimento e lo sviluppo del
benessere fisico, mentale e sociale, che possa farci vivere in armonia nel
mondo. E’ indicata sia a chi soffre di disturbi fisici o psicosomatici e a chi si
trova in difficoltà e abbia l’intenzione di migliorare la qualità della sua vita.
METODO GRINBERG
UN APPROCCIO CORPOREO-EDUCATIVO CHE INTEGRA CORPO,
MENTE ED EMOZIONI
Utilizzando il tocco, gli esercizi fisici, la descrizione verbale e altre tecniche
specifiche, il Metodo Grinberg valorizza l’abilità umana dell’apprendimento e
la capacità di prestare attenzione, attraverso un lavoro guidato, per
rimuovere gli ostacoli che ci impediscono di stare bene.
LA NUOVA VITA
PSICOLOGIA
“Se si è depressi si vive nel passato.
Se siete ansiosi si vive nel futuro.
Se si è in pace si vive nel presente”
Lao Tzu
PSICOTERAPIA: STATE ANDANDO NELLA DIREZIONE GIUSTA?
La
psicoterapia
ha
l’obiettivo
di
aiutarvi
a
superare
i
blocchi
emotivi
e
fornirvi
gli
strumenti
per
abilitare
le
vostre
competenze
e
le
vostre
risorse
interiori,
magari innescandone delle nuove ed entrare maggiormente in contatto con voi stesse.
Come
capire
se
state
andando
nella
direzione
giusta
con
la
psicoterapia?
Monitoratela.
Valutate
come
vi
sentite
prima
e
dopo
ogni
seduta.
Cercate
di
comprendere
se
uscite
alleggerite
o
appesantite,
in
ansia
o
se
non
cambia
nulla…Comunicate
con
il
vostro
terapeuta
miglioramenti,
ma
soprattutto
peggioramenti o fasi di stallo emotivo.
Ma
soprattutto
calcolate
quanto
dura
il
vostro
stato
di
benessere.
Valutate
se
gli
altri
vedono
dei
miglioramenti
o
dei
cambiamenti
in
voi.
E’
un
lavoro
introspettivo molto impegnativo, ma anche molto importante per riuscire a raggiungere uno stato di benessere psicofisico.
DISTURBO
DA STRESS POST TRAUMATICO
ATTACCHI DI PANICO
DEPRESSIONE
ANSIA
La
depressione
è
un
disturbo
dell’umore
persistente
e
prolungato
nel
tempo.
In
particolare,
una
depressione
post-cancro
può
scaturire
da
una
momentanea
o
definitiva
riduzione
delle
proprie
abilità
psicofisiche
o
dalle
terapie
in
corso,
e
può
essere
conseguenza
di
una
ulteriore difficoltà a riprendere in mano la propria vita.
Inoltre,
vissuti
ed
emozioni
non
elaborati
possono
contribuire
a
sofferenze
fisiche ed emotive che possono trasformarsi in disturbi depressivi.
Molti
malati
oncologici
hanno
difficoltà
a
compiere
le
normali
attività
quotidiane,
hanno
problemi
di
concentrazione
e
di
attenzione,
a
parlare
o
ricordare
i
fatti,
si
sentono
svuotati
di
ogni
energia
e
hanno
difficoltà
a
dormire,
oltre
a
essere
particolarmente
emotivi.
Possono
anche
soffrire
di
pensieri malsani, di fallimento e morte.
E’
importante
intervenire
perchè
la
depressione
può
indebolire
ulteriormente l’organismo.
Bisogna
esprimere
le
proprie
emozion
i:
non
controllarle
nè
mascherarle.
La depressione potrebbe ostacolare le cure oncologiche o la riabilitazione.
Chi
ha
avuto
un
intervento
oncologico,
ma
soprattuto
chi
si
è
sottoposto
a
chemioterapia
potrebbe
avere
la
fatigue:
uno
sfinimento
fisico/psichico
e senso di astenia quasi perenne.
La
fatigue
è
associato
alla
cura
del
cancro.
Ci
si
sente
spossati
,
senza
forze,
non
si
riesce
più
a
fare
tutto
come
prima.
Non
si
riesce
a
ricordare
termini,
parole,
concetti
e
si
ha
la
tendenza
a
dimenticare
e
confondere, a sentire la mente piena di piccoli buchi di memoria
.
E’
la
fatigue,
che
si
sviluppa
maggiormente
in
persone
tendenti
ad
ansia
e
depressione
.
Una
malattia
nella
malattia
di
cui
soffrono
il
90%
dei
malati
oncologici
su
lungo
periodo.
Si,
perchè
l
a
fatigue
può
durare
anni
e non passare mai del tutto
e chi ha subito chemioterapia è più a rischio.
La
fatigue
è
una
vera
e
propria
sindrome
che
solo
in
parte
è
dovuta
a
trattamenti anticancro. Possiede in sè una forte componente psicogena.
Brevi
cicli
di
chemioterapie
o
cure
poco
tossiche
lasciano
le
persone
con
una
sensazione
di
stanchezza
cronica
.
A
NSIA
E
DEPRESSIONE
inoltre
aumentano
la
sensazione
di
fatigue
e
possono
incidere
molto
sulla vita sociale, affettiva ed emotiva delle persone.
L’
ansia
è
una
reazione
naturale
e
innata
che
nasce
dalla
sensazione
di
un pericolo reale o figurato.
L’
ansia
aumenta
lo
stato
di
vigilanza
e
dell’attenzione
e
ci
predispone,
di
conseguenza, a reazioni di attacco o fuga.
L’ansia
può
essere
fisiologica
o
patologica.
L’
ansia
fisiologica
ci
prepara
ad
affrontare
in
maniera
adatta
una
situazione
difficile:
una
reazione
corretta
a una situazione di minaccia.
L’
ansia
patologica
è
disfunzionale
perchè
è
intensa
e
persistente
e
qualsiasi
situazione
può
essere
scatenante,
anche
se
non
effettivamente pericolosa, ma perchè noi la percepiamo come tale.
L’ansia patologica interferisce con le nostre prestazioni.
I
sintomi psicologici dell’ansia sono:
•
forte
apprensione
non
commisurata
alla
portata
dell’evento
reale,
nervosismo,
alterazione
della
memoria,
alterazione
della
concentrazione, rimuginio e preoccupazione, insicurezza e timore
I
sintomi fisici dell’ansia
, invece, provocano:
•
iperattivazione
neurovegetativa
con
conseguenti
palpitazioni,
tachicardia,
ipersudorazione,
spasmi
alla
gola,
dispnea,
vertigini,
sintomi
gastroenterici,
necessità
di
urinare
molto
spesso,
insonnia
e
risvegli frequenti.
L’a
nsia
causa
inoltre
tensione
motoria
,
da
cui
derivano
tremori,
irrequietezza, agitazione, sussulti, contrazioni muscolari, cefalea.
Un
altro
tipo
di
ansia
è
quella
anticipatoria
,
di
breve
durata,
che
viene
scatenata
da
un
segnale
reale
o
immaginario,
identificabile,
associato
con
la
minaccia.
L’
ansia
generalizzata
è
quella
più
pericolosa,
perchè
è
una
sensazione di tensione persistente e durevole.
I
disturbi
d’ansia
possono
svilupparsi
in
età
infantile,
favoriti
da
un
ambiente
specifico
e
da
una
predisposizione
genetica:
sono
caratterizzati
da attenzione selettiva, rimuginio, evitamento.
L’
ansia
,
intesa
come
paura
del
presente
e
del
futuro
,
è
molto
frequente
nei
pazienti
oncologici.
E’
chiamato
distress
(unito
alla
depressione)
,
e
accompagna
tutta
la
fase
della
malattia,
dalla
diagnosi
al
follow
up
.
L’
ansia
cambia
e
si
modifica
nel
tempo
,
ma
è
bene
essere
guidati
nella
sua
gestione
da
terapisti
specializzati
per
evitare
che
ci
limiti
nella
nostra
vita e diventare distruttiva.
Per saperne di più andate al blog!
PSICOTERAPIA E CANCRO: CHI DICE CHE NE HO BISOGNO?
Non
tutti
sentono
la
necessità
di
iniziare
un
percorso
psicoterapeutico
dopo
la
notizia
di
un
cancro.
Perchè
si
pensa
di
non
averne
bisogno
e
di
riuscire
a
gestire
questa
notizia
come
tutto
il
resto
della
nostra
vita,
perchè
ci
si
sente
abbastanza
forti
da
affrontare
tutto
questo
senza
l’aiuto
di
nessuno,
perchè
si
pensa,
ancora,
che rivolgersi a un terapista sia uno spreco di tempo e soldi e perchè “mica sono pazza!”.
Andiamo
incontro
a
blocchi
che
poco
ci
aiutano
in
questo
particolare
momento
in
cui
invece
dovremmo
essere
aperte
a
tutto
ciò
che
possa
aiutarci
a
farci stare bene
o comunque a prevenire una situazione di stress che, prima o poi, ci presenterà il conto.
Vi
ritroverete
,
alla
fine
del’intervento,
alla
fine
o
durante
le
terapie,
incomprese,
arrabbiate,
tristi,
stanche,
impaurite
e
ansiose
.
Accettatelo,
è
normale.
Accettatelo
e
prendetene
coscienza.
Chiedere
aiuto
a
un
terapista
,
far
parte
di
un
gruppo
di
sostegno
non
significa
essere
deboli
o
pazze,
ma
essere
consapevoli di avere un problema
che ci fa star male e trovare la soluzione per risolverlo.
Ansia,
depressione,
stress,
attacchi
di
panico,
stanchezza,
e
altre
sintomatologie
possono
comparire
quando
meno
ve
l’aspettate.
Possono
comparire
proprio
quando
state
pian
piano
riprendendo
la
vostra
normalità.
Qualsiasi
sensazione
di
malessere
emotivo
voi
percepiate
o
vi
sentiate
stanche,
demotivate
e
prive di interesse, iniziate a cercare uno psicologo competente e specializzato per un consulto.
PSICOTERAPIA: QUANDO CAMBIARE
Nel
corso
della
terapia
con
il
vostro
psicologo
o
psicologa
potreste
avvertire
l’esigenza
di
cambiare:
perchè
non
vi
trovate
più
bene,
perchè
non
ottenete
i
risultati
sperati
o,
semplicemente,
perchè
siete
entrate
in
un’altra
fase
della
vostra
esistenza
in
cui
avete
bisogno
di
qualcos’altro.
A
me
è
successo
un
po’
tutto
questo.
Da
un
certo
punto
in
poi
non
ho
più
notato
miglioramenti
e
una
seduta
in
particolare
mi
ha
talmente
destabilizzato
negativamente
da
farmi
decidere
che
la
strada
che
dovevo
seguire
era
sicuramente
un’altra.
Preciso:
la
destabilizzazione
può
far
parte
della
terapia,
ma
non
conseguente
a
un
giudizio
personale
sulle
tue
scelte
di
vita
o
obiettivi
o
desideri
(a
meno
che
non
si
desideri
di
uccidere
il
gatto).
La
relazione
con
il
vostro
terapeuta
è
fondamentale
:
dovete
percepire
un
miglioramento
interiore
nel
vostro
essere
.
Se
avete
dubbi,
esprimeteli.
Se
sentite
di
non
avere
risultati,
cambiate
terapeuta.
PSICOTERAPIA DI COPPIA
La
psicoterapia
di
coppia
,
a
mio
parere,
potrebbe
essere
un
altro
tassello
che
può
aiutarvi
in
questa
fase.
Ovviamente
non
deve
essere
“forzata”
ma
deve
essere
vista
come
uno
strumento
di
coesione
nella
coppia
per
affrontare
il
cancro
.
Il
tumore
destabilizza
indirettamente
il
compagno,
che
potrebbe
non
avere
in
sè
tutte
le
risorse
necessarie
per
starvi
vicino,
nonostante
l’immenso
amore
che provi per voi.
Tuttavia,
se
il
vostro
fidanzato,
compagno,
marito
non
prova
un
sentimento
abbastanza
forte
da
starvi
vicino
per
tutta
la
durata
della
malattia,
per
tutto
il
percorso
delle
cure
e
per
il
resto
della
vostra
esistenza,
non
c’è
terapia
di
coppia
o
psicoterapeuta
che
possa
aiutarvi
in
una
causa
già
persa
in
partenza
.
Il
cancro
potrebbe
tirare
fuori
lati
oscuri
che
ignoravate
del
vostro
partner, o confermare quel che già sapevate.
Il
disturbo
da
stress
post-traumatico
può
avere
origine
da
un’esposizione
di
eventi
di
carattere
traumatico
vissuti
in
prima
persona
o
indirettamente.
Scuotono
l’individuo
nel
profondo
,
stravolgendone
le
certezze
,
disperdendone
i
valori,
calpestandone
il
senso
di
sicurezza,
di
controllo e di padronanza sulla propria vita e sui propri obiettivi.
La
comunicazione
di
avere
una
malattia
come
il
cancro,
potrebbe
far
affiorare
un
disturbo
da
stress
post
traumatico
,
soprattutto
dopo
l’intervento o dopo le terapie oncologiche.
Nel
disturbo
da
stress
post-traumatico
influiscono
il
carattere
improvviso,
l’elevata
percezione
e
intensità
di
pericolo
per
sè
stesse,
l’imprevedibilità
e
l’incontrollabilità
dell’evento,
il
disagio
e
il
danno
che
l’evento
ha
provocato
o potrebbe provocare, la valutazione soggettiva, le esperienze personali.
I
sintomi del disturbo da stress post traumatico
possono essere:
•
ricordi, sogni, flashback
•
tentativi
di
evitamento
nei
confronti
di
situazioni,
persone,
luoghi
o
altro che rievochi l’esperienza traumatica
•
alterazioni
negative
di
pensieri
ed
emozioni,
uno
stato
emotivo
ostile
persistente,
perdita
di
interesse
per
attività
piacevoli,
senso
di
distacco dagli altri
•
marcata
reattività:
irritabilità,
ipervigilanza,
esagerate
risposte
di
soprassalto, difficoltà di concentrazione, difficoltà di sonno
•
mancanza
di
memoria,
percezione
alterata
del
dolore,
emotività
marcate
•
ansia, paure, aggressività, alterazione della coscienza o dell’identità
Il
disturbo
da
stress
post-traumatico
potrebbe
essere
associato
ad
altri fattori
come:
•
problemi affettivi e di depressione
•
attacchi di panico e fobie sociali
La
causa
maggiormente
accreditata
sull’origine
di
questo
problema
è
da
attribuire
a
un
grave
trauma
psicologico
.
L’evento
traumatico
provoca
un
cambiamento
nella
persona,
dando
origine
a
uno
squilibrio
nel
sistema
nervoso
dei
neurotrasmettitori
,
innescato
dalle
alterazioni
di
adrenalina
e
cortisolo.
Questo
determina
un
blocco
del
sistema
e
l’
informazione
acquisita
al
momento
dell’evento,
comprese
immagini,
sensazioni
e
suoni,
viene
conservata
come
disturbo
nel
sistema
neurologico.
Il
disturbo
da
stress,
quindi,
sarà
innescato
di
continuo
da
una
gamma
di
stimoli
interni ed esterni.
Gli
attacchi
di
panico
sono
definiti
come
brevi
episodi
di
ansia
intollerabile
della
durata
massima
di
20
minuti,
caratterizzati
da
sentimenti di oppressione, paura o terrore.
Le persone vivono un senso
di
catastrofe
imminente
e
hanno
spiccate
manifestazioni
neurovegetative,
con
esperienze
di
depersonalizzazione
e
derealizzazione.
Gli
attacchi
di
panico
si
manifestano
attraverso
FATTORI
SCATENANTI
di
varia
origine.
E’
necessario
analizzare
a
fondo
le
situazioni
che
generano
gli
attacchi
di
panico per riuscire a risolverli.
I sintomi di un attacco di panico sono
:
•
palpitazioni, cardiopalma, tachicardia
•
sudorazione, brividi o vampate di calore
•
tremori e scosse, parestesie
•
sensazione di soffocamento, di asfissia
•
dolore o fastidio al petto
•
nausea, disturbi addominali
•
sensazione
di
sbandamento,
instabilità,
testa
leggera,
senso
di
svenimento.
•
paura di perdere il controllo, di impazzire, di morire
L’
attacco
di
panico
può
divenire
cronico
e
svilupparsi
in
disturbo
da
panico
: si ha paura della paura. ed è un processo che si rinforza.
I
pensieri
catastrofici
fanno
si
che
chi
ha
avuto
un
attacco
di
panico
interpreti
in
maniera
errata
i
normali
sintomi
fisici
dell’ansia
e
li
viva
come
reali pericoli.
Gli
attacchi
di
panico
fanno
parte
dei
disturbi
d’ansia
,
conseguenza
di
interazione
di
pensieri,
emozioni
e
processi
fisici
negativi.
Un
periodo
o
evento
particolarmente
stressante,
come
può
essere
una
malattia
oncologica,
anche
se
curata
e
curabile,
può
scatenare
il
disturbo
da
panico
in
persone
con
una
predisposizione
ai
disturbi
d’ansia.
Ogni
controllo
oncologico
potrebbe
essere
un
fattore
scatenante
per
un
attacco
di
panico.
Le
cause
degli
attacchi
di
panico
potrebbero
essere
ricercate
nella
predisposizione
genetica,
nello
stress,
nelle
preoccupazioni
per
la
propria
salute
o
nei
sentimenti
spiacevoli
causati
da
problemi
o
difficoltà
personali
o professionali.
Quando
non
vengono
affrontate
le
cause
e
rimangono
latenti,
queste
provocano
un
aumento
dell’ansia
che
se
supera
una
certa
soglia
di
tollerabilità per il nostro organismo, potrà scatenare un attacco di panico.
FATIGUE: LO SFINIMENTO FISICO